Articolo di Daniele Maci *
La filosofia osteopatica si basa su tre principi cardine:
1 il corpo è unità;
2 il corpo possiede meccanismi di autoregolamentazione;
3 strutture e funzioni sono reciprocamente correlate;
Una lesione osteopatica responsabile di restrizioni del movimento è ricondotta ad una perturbazione della trasmissione simpatica; i trattamenti manipolativi che migliorano l’equilibrio del sistema nervoso simpatico possono avere un effetto positivo sulle limitazioni del movimento. La terapia osteopatica ha l effetto di ridurre ischemie localizzate, stimolare la propriocezione; ridurre le aderenze, ridurre il dolore.
Tramite le loro capacità diagnostiche gli osteopati sono in grado di identificare l’esatta regione anatomica responsabile del dolore o delle restrizioni di movimento. Restrizioni del movimento in un distretto muscolo-scheletrico locale possono essere risolte trattando la ragione anatomica primaria responsabile che non coincidono necessariamente. Pertanto sintomi uguali possono richiedere piani di trattamento differenti. L’interconnessione tra un disturbo e la sua causa d’origine psichica si riallaccia alla visione olistica del corpo umano, all’interno della consapevolezza che corpo e mente sono strettamente legati tra loro. Tale principio implica che in ogni forma morbosa – e finanche nel trauma accidentale – accanto ai fattori somatici giochino un ruolo anche i fattori psicologici.
Chi soffre di malattie psicosomatiche presenta dolore, nausea o altri sintomi fisici, senza però una causa fisiologica che possa essere diagnosticata.
Facciamo un esempio: disturbi d ansia, depressione e somatizzazione sono stati associati a sintomi e segni clinici differenti come per esempio: cefalee, emicranie, vertigini, otalgie, acufeni, disturbi visivi, algie, parestesie, spasmi facciali, contratture mandibolari (parafunzioni come il bruxismo ed il serramento dei denti notturno e diurno), affaticamento psicofisico (stanchezza cronica), febbri leggere senza spiegazione, cervicalgie, problematiche artromuscolari a carico del rachide e degli arti responsabili della regolazione posturale.
Quando il disagio emozionale porta alla patologia fisica si può intervenire con l’osteopatia!
Per quanto riguarda gli sportivi l’osteopata non interviene sulla singola parte che accusa il disturbo o manifesta una debolezza rispetto all’uso che se ne vuole fare ma mira a correggere lo squilibrio creatosi in seguito al sintomo doloroso per ristabilire così l’armonia e riequilibrare le tensioni; individuare le aree in disfunzione e ripristinare il normale funzionamento dell’organismo con la stimolazione delle capacità di recupero e di autoguarigione del corpo. L’osteopata può essere un valido supporto allo sportivo dilettante e professionista sia per la prevenzione degli infortuni sia per l’ottimizzazione della prestazione.
* Daniele Maci, osteopata, è collaboratore del Centro LiberaMente, con laurea internazionale in medicina osteopatica presso l’Istituto Europeo per la Medicina Osteopatica (IEMO) – Centre Européen d’Enseignement Supérieur de l’Ostéopathie (CEESO) di Parigi, Diploma italiano in osteopatia.